La prima prova scritta dell’Esame di Stato per Pianificatore Territoriale varia a seconda dell’ateneo e può consistere in due tipologie principali di prove pratiche:

  1. Redazione di elaborati progettuali

La prova prevede la redazione di elaborati progettuali che rispondano a un tema specifico assegnato. Questo tema è generalmente legato alla pianificazione e gestione del territorio e richiede la definizione di un piano o programma di trasformazione urbana, territoriale o ambientale.

Tale elaborato deve essere sviluppato tenendo conto delle normative vigenti e delle regole tecniche di riferimento.

In particolare, si tratta spesso di un piano attuativo di terzo livello, come un piano di lottizzazione convenzionata, che richiede un’attenzione particolare alla progettazione degli spazi, alla sostenibilità delle soluzioni proposte e all’integrazione con il contesto urbano e territoriale preesistente. La prova mira a valutare la capacità del candidato di applicare conoscenze teoriche alla pratica pianificatoria, rispettando vincoli normativi, criteri progettuali e obiettivi di sviluppo armonico del territorio.

 

2. Analisi e valutazione di piani e programmi urbanistici

La prova può consistere nella valutazione approfondita di piani e programmi urbanistici, con un focus sull’analisi tecnica e critica degli strumenti di pianificazione territoriale, come ad esempio un piano paesaggistico regionale o locale.

Tale attività richiede al candidato di esaminare in dettaglio le scelte strategiche e operative contenute nei documenti di pianificazione, valutandone la coerenza con le normative vigenti, i principi della sostenibilità ambientale e gli obiettivi di tutela e valorizzazione del paesaggio.

In questo contesto, si può richiedere anche la redazione di un elaborato tecnico o legislativo (drafting legislativo), che preveda l’applicazione pratica delle competenze normative per sviluppare o integrare regolamenti, strumenti attuativi o disposizioni tecniche.

Questa attività mette alla prova la capacità di interpretare, adattare e applicare in modo critico e consapevole il quadro normativo, traducendo i principi pianificatori in misure concrete e attuabili, con attenzione alla sostenibilità, all’equità e all’efficacia degli interventi proposti.